Cultura e vita contadina, pastorizia sono lo specchio di questa gente e uno spaccato di storia che ci riporta immediatamente all’antico.
Le tracce di questa antica civiltà non le troviamo solo alle feste popolari e nelle tradizioni di Frosolone. Qui è tutto vero. E lo è sempre. Qui la famiglia Colantuono percorre ancora i vecchi tratturi a fare “la transumanza” proprio come una volta: spesso a piedi al seguito delle proprie mandrie, con i vestiti di velluto pesante, gli scarponi grossi ai piedi e i cappellacci di feltro in testa.
Magari fischiettando lungo il viaggio lo stesso motivo che hanno sentito fishiettare dai loro padri o dai loro nonni; non ricordano più neanche il nome di quella musica, perché si è perso ormai nella memoria.
E tutto questo testimonia un legame con la terra forte e viscerale.
Le attività produttive connesse alla lavorazione del fondo ne traggono con tenacia ogni beneficio.
E se le carni e i salumi sono gustosi e ricercati è perché ancora oggi gli animali mangiano prodotti naturali delle nostre terre e brucano l’erba fresca dei pascoli montani.
E se i formaggi sono speciali è perché qui il latte viene trasformato in loco, secondo tecniche semplici e antiche, per le quali il tempo è ancora sovrano assoluto dell’intero ciclo di produzione.
Il latte, la trasformazione, il lavoro sapiente delle mani, la lunga stagionatura nell’aria frizzante della montagna sono gli elementi qualificanti del caciocavallo, della scamorza e del pecorino di Frosolone.
Tutti i prodotti alimentari di questa terra molisana conservano la sapida genuinità dell’antica civiltà contadina.
Sulla Tavola
A Frosolone la cucina è ancora un rito d’amore e di devozione, e l’ospite che si siede a tavola è ancora un commensale da compiacere. Il cammino che troneggia nelle cucine è ancora e sempre il maggiore artefice del successo di piatti gustosi e prelibati, oltre che amico fedele e allegro con i suoi ciocchi scoppiettanti.
Sarà anche per gli ingredienti sani e genuini, sarà per l’abilità indiscussa dei suoi cuochi, sarà che l’aria di montagna aumenta l’appetito, fatto sta che qui i sapori dei bolliti nel caldaio, dei fritti nella “fessora”, degli arrosti sulla graticola, dei sughi nelle “tielle”, degli stufati sulla “liscia” del camino caldo, si compongono e si combinano fino a diventare odori di campagna e profumo di boschi.
E’ qui, anche nei ristoranti, nelle trattorie, nei rifugi montani, che si mangiano ancora piatti della cucina delle antiche famiglie contadine.
Proprio ad una tavola di famiglia vi sembrerà di sedere quando mangerete “sagne e fagioli”cotti ancora nella pignatta di terracotta, come quando i contadini si recavano in campagna e lasciavano la pignatta a borbottare al fuoco del caminetto.
Vi sembrerà di partecipare alla colazione di un giorno di festa per l’uccisione del maiale sull’aia delle antiche case di campagna se mangerete un piatto di “polenta coi cicori” o una fetta di”pizza di grandinie”, perché conservano ancora l’antico sapore.
A tavola, anche il pane, l’olio o un piatto di minestra di “cascigni” diventano un pretesto per evocare storie dell’antica cultura e tradizione di questa terra semplice, dove il semplice diventa buono e saporito.
Pagina aggiornata il 18/06/2024